GLI OGM (ORGANISMI TRANSGENICI) SONO UN PERICOLO?

O UNA GRANDE RISORSA?

Molti li considerano una minaccia per la salute e per l’ambiente ed altri una grande risorsa per sconfiggere la fame nel mondo e soprattutto per migliorare la qualità del cibo oltre che la quantità. Sono coltivati in oltre 100 milioni di ettari in tutto il mondo e comunque gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono ancora al centro di vivaci polemiche nel nostro paese. Ribadisco che il termine OGM è alquanto improprio perché tutti i vegetali coltivati e gli animali allevati, noi stessi, sono geneticamente modificati. Ciascuno di noi proviene dallo somma genetica dei due nostri genitori!!!. Questi organismi speciali allora chiamiamoli con il loro vero nome:

ORGANISMI TRANSGENICI

Il Prof. Umberto Veronesi ha sostenuto sulle pagine de “La Repubblica” che “l’utilizzo mirato delle modificazioni genetiche potrebbe difenderci da alterazioni nella catena alimentare, che risultano essere una minaccia per la nostra salute”. Questo atteggiamento rappresenta la preoccupazione di uno scienziato per la presenza di sostanze nocive negli alimenti tradizionali, per esempio nelle farine di cereali ci potrebbero essere tossine cancerogene (aflatossine) e questi rischi potrebbero essere eliminati utilizzando proprio organismi geneticamente modificati!!. Infatti, ormai da più di dieci anni, centinaia di milioni di persone si nutrono con alimenti transgenici. E’ stato chiesto al Prof. Carlo Alberto Redi, direttore del Dipartimento di Biologia animale dell’Università di Pavia, da dove nasce la diffidenza degli italiani verso il cibo OGM ecco la risposta: “Nel dare una notizia spesso si predilige l’aspetto emotivo a quello strettamente scientifico. In questo modo il grande pubblico si fa una opinione sbagliata della scienza, influenzando a sua volta negativamente i politici e le decisioni dei governi. Nel nostro paese manca una seria e competente informazione su questi temi. Comunque le colpe maggiori non le hanno i media ma i politici che fanno scelte dettate da posizioni di principio e non da dati oggettivi. Si ignorano studi che hanno una importanza fondamentale per far progredire la biomedicina. Un atteggiamento del genere, che poi si traduce in mancati finanziamenti a progetti di ricerca validissimi, rischia di bloccare l’avanzamento della conoscenza. Arma che, da sempre, l’umanità utilizza per migliorare la propria qualità di vita.

Basti pensare a farmaci importantissimi come l’insulina ricavata da organismi transgenici oppure i vaccini (nel 1987 è stato prodotto il primo vaccino con la bioingegneria contro l’epatite B), con la bioingegneria è stata prodotta una varietà di banane nella quale è stato inserito il vaccino della poliomielite e beneficio delle popolazioni africane!!.”

 

DEFINIZIONE: viene definito transgenico o geneticamente modificato un organismo che è stato modificato geneticamente mediante l’inserimento nel patrimonio genetico originale di geni o sequenze di DNA provenienti da altri organismi e/o riarrangiate in vitro.


LE MODERNE BIOTECNOLOGIE

 

Gli "individui biotecnologici" sono ottenuti con tecniche di "ingegneria genetica", mediante le quali è possibile modificare il tipo di geni che vanno a costituire il loro DNA.

Come è risaputo i geni contenuti nel DNA sono alla base della sintesi delle proteine, per cui mediante la modificazione del tipo di geni presenti nel DNA di una pianta o di un animale é possibile "programmare" la sintesi proteica, al fine di far produrre all'individuo geneticamente modificato una proteina particolare, che viene poi "sfruttata" per scopi diversi (resistenza a specifici diserbanti, resistenza a fattori ambientali avversi, insetticida nei confronti di un insetto che danneggia la coltivazione, ecc.).

Da rilevare che mediante queste tecniche di "ingegneria genetica" l'uomo può ottenere di tutto. In particolare, le moderne biotecnologie sono in grado di superare il limite della riproduzione naturale, che non permette lo scambio di geni tra individui appartenenti al regno animale ed individui appartenenti al regno vegetale, consentendo così la "creazione di nuovi individui" aventi caratteristiche particolari, che sotto certi punti di vista sono decisamente diverse da quelle riscontrabili in natura. Nel caso dei vegetali transgenici il loro genoma può comprendere sia geni provenienti da altre piante, sia geni di origine animale o batterica.

Che si tratti di una scoperta di grande portata è sicuramente fuori da ogni dubbio. Infatti, mediante le moderne biotecnologie, è possibile produrre a costi decisamente bassi farmaci importantissimi per la salute umana (insulina per esempio); mediante queste tecniche sarà possibile intervenire su malattie di tipo genetico nell'uomo, oppure produrre alimenti ricchi di particolari elementi nutrizionali utilizzabili per scopi terapeutici, oppure utilizzare individui biotecnologici per l'eliminazione di determinati impatti ambientali provocati dalle attività umane, ecc.

Che esistano, quindi, settori produttivi che potranno vantaggiosamente utilizzare questa tecnologia è fuori da ogni dubbio.

 

Biotecnologie in agricoltura: Realtà, sicurezza e futuro


Il dibattito sulle applicazioni biotecnologiche in agricoltura è sempre aperto. Per molti, in tutto il mondo, le biotecnologie rappresentano una straordinaria opportunità di sviluppo e, con le loro grandi potenzialità, anche di progresso sociale; altri le considerano una scommessa gravida di incognite.
Tra queste posizioni, opposte, sta la categoria di gran lunga più numerosa. È quella composta dalla grande maggioranza dei cittadini, consumatori, persone comuni, che assistono con difficoltà e disagio a polemiche, non sempre comprensibili, su temi che pure li riguardano direttamente, come la sicurezza alimentare, l’ambiente, la qualità della vita.
Queste difficoltà e questo disagio sono del tutto giustificati. Molto spesso, il modo con il quale si è affrontato il tema delle biotecnologie, ed in particolare quello degli organismi geneticamente modificati, non ha contribuito affatto ad aumentare il livello di informazione e di consapevolezza nel grande pubblico: al contrario, ha alimentato incertezza e confusione.
In altre parole, si può affermare che, all’impegno profuso nel confronto di opinioni sulle agrobiotecnologie, non è corrisposto un analogo impegno nello spiegare che cosa esse realmente siano.
Tutti gli argomenti sono proposti con un linguaggio il più possibile semplice e comprensibile, anche a chi non è esperto della materia.
È però necessaria, a questo proposito, un’avvertenza:
Il tema delle biotecnologie - come del resto ogni altro tema scientifico e tecnologico - è di per sé ampio e complesso e non ammette facili semplificazioni: chi se ne lascia tentare, qualunque sia il suo scopo, non offre un buon servizio alla comunicazione né alla collettività.
È invece doveroso informare con completezza, fornendo all’opinione pubblica tutti gli elementi utili a una valutazione obiettiva. Offrendo anche, se necessario, alcuni strumenti interpretativi ‘di base’, come fa opportunamente questa pubblicazione: che cos’è un gene, per esempio, oppure in che cosa consista effettivamente la ‘diversità’ genetica tra le specie.
La scarsa familiarità con questo tipo di informazioni ha probabilmente contribuito a condizionare non poco, nel passato recente, la comprensione e la stessa accettazione delle biotecnologie. Con conseguenze negative, in particolare in Italia, sulle prospettive di sviluppo di un settore scientifico e tecnologico estremamente promettente e in grado di offrire consistenti benefici alla società, all’alimentazione e alla salute, all’economia, all’ambiente.
Le agrobiotecnologie rappresentano una risorsa di eccezionale importanza per migliorare la qualità e il valore nutrizionale degli alimenti; sono l’opzione più seria per garantire all’agricoltura un futuro di sostenibilità ambientale; possono svolgere un ruolo di grande rilievo nella tutela della biodiversità, salvaguardando le specie e le varietà a rischio di estinzione; permettono di incrementare la produttività delle colture, e quindi possono assicurare più cibo a costi contenuti. Offrono, inoltre, ampie garanzie di sicurezza, sottoposte come sono alla rigida disciplina della ricerca scientifica, oltre che a norme e regolamentazioni che non hanno eguali in campo agricolo e alimentare.
Questa è la realtà delle biotech agricole e ad essa fa riferimento questa pubblicazione, in modo documentato e obiettivo. L’augurio è che sia accolta con attenzione, e che possa rivelarsi un utile strumento di informazione e divulgazione.

QUANDO E’ INIZIATA “LA BAGARRE” SUGLI ORGANISMI TRANSGENICI?


A 65 anni dalla scoperta del Dna e a 18 dalla sua prima mappatura completa, la genetica ha cambiato le nostre vite

LA DOPPIA ELICA CHE CAMBlO' LA STORIA

ERA IL 28 FEBBRAIO DEL 1953 quando il biologo americano James Watson e il fisico britannico Francis Crick cambiarono per sempre il corso della ricerca scientifica scoprendo la struttura del DNA e il suo meccanismo di replicazione. Dopo anni di esperimenti, i due studiosi erano arrivati alla conclusione che proprio questa molecola, l'acido desossiribonucleico, era responsabile della trasmissione genetica da un organismo all'altro. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature e che valse ai due studiosi il premio Nobel per la Medicina nel 1962, ha aperto infinite possibilità di cura e prevenzione di molte malattie a carattere ereditario, e dopo 65 anni rappresenta ancora una pietra miliare nel progresso in campo medico.Grazie alle strumentazioni attuali, sappiamo che quella della doppia elica è una sorta di semplificazione, un po' come il modello planetario per spiegare il comportamento degli elettroni attorno al nucleo di un atomo, ciò nonostante resta il modello privilegiato per illustrare l'aspetto del Dna. La prima mappatura completa del genoma umano è stata realizzata nel 2000 dai ricercatori del "Life Sciences" di Bradford e del "Baylor College of medicine" di HOUSTON, che hanno aperto nuove prospettive non solo per la medicina, ma anche nello studio delle nostre origini; una conoscenza approfondita delle caratteristiche genetiche consente di effettuare diagnosi sempre più precise e con largo anticipo, e di individuare la predisposizione alle malattie per elaborare strategie terapeutiche sempre più mirate. Nel 2015 la tecnica Crispr (Clustered Regulry Interspaced ShortPalindromic Repeats), una sorta di "taglia e incolla" genetico che consente di riscrivere intere sequenze di DNA, è stata dichiarata la migliore scoperta scientifica dell'anno. Le applicazioni finora messe in campo sono straordinarie:ad esempio, la riscrittura della doppia elica delle zanzare ha aperto nuove frontiere nel contrasto alla malaria, e la riproduzione di animali come i maiali geneticamente modificati ha offertola possibilità di cure e trapianti finora impensabili per l'uomo. Proprio quest'anno, il Crispr è stato oggetto di programmi di aggiornamento che ne hanno aumentato la precisione di intervento, permettendo di correggere anche singole basi del codice genetico. Questa tecnica di perfezionamento è frutto del lavoro dei ricercatori del Cibio, il "Centre for Integrative Biology'' di Trento, che hanno sviluppato una molecola capace di annullare i difetti presenti nella catena del DNA, laddove se ne conosca con precisione la sede da cui originano. Si tratta in pra tica di una sorta di "bisturi genetico" che taglia le parti malate presenti nel DNA e corregge quelle imperfezioni che altrimenti genererebbero gravi malformazioni o patologie tumorali difficilmente curabili. Lo studio è stato pubblicato su Nature Biotechnology e apporterà grossi benefici non solo in campo clinico, ma anche nel mondo animale e vegetale perché potranno essere migliorate le qualità nutrizionali delle razze da allevamento e delle piante commestibili. La tappa più importante è stata sicuramente la scoperta degli enzimi di restrizione che hanno permesso con la ricombinazione genica di produrre insulina umana per i diabetici usando batteri cresciuti in laboratorio al posto dei maiali». Ovviamente, quando si parla di Dna la questione etica è sempre presente, come pure i possibili rischi legati alle manipolazioni genetiche. Ma come affermava un grande fisico e premio Nobel Richerd Feynman: ad ogni uomo viene data una chiave che può aprire sia le porte del paradiso che quelle dell'inferno; cioè ogni nuova scoperta può generare grandi miglioramenti nella vita delle persone ma può anche portare a possibili pericoli. Il punto è come si decide di impiegare il potenziale che abbiamo a disposizione.

E' il 1976 quando viene quotata in borsa, la prima azienda biotecnologica.

Si tratta della Genetech, una piccola società californiana. Qualche anno dopo, nel 1982, si realizza il primo esperimento di manipolazione del Dna di una pianta per ottenere prodotti più rigogliosi, più resistenti e meglio conservabili. In pochi anni da esperimento di laboratorio l'ingegneria genetica diventa business globale: il fatturato mondiale del mercato degli alimenti transgenici è di 800 milioni di dollari nel '94, 1416 miliardi di lire.
Nel duemila arriverà a 16 mila miliardi di lire, e nel 2005 probabilmente sarà di 57 mila miliardi di lire. La scelta di applicare le biotecnologie all'agricoltura si diffonde a macchia d'olio, a partire da alcuni paesi che sono i leader nel settore. In primo luogo gli Stati Uniti, a cui appartengono, oggi, il 70% delle colture mondiali, e poi l'Argentina e l'Australia. Nel Dicembre 1996 le superfici coltivate con piante manipolate geneticamente erano 2,8 milioni di ettari, nel 1998 30 milioni e per il 2000 si dovrebbero raggiungere i 60 milioni di ettari. L'alimento di cui esistono più colture è il mais-transgenico.
Ma qual è il paese che ha sperimentato il maggior numero di coltivazioni transgeniche? La Cina, impegnata nella ricerca in questo campo dal 1986: il suo governo spende trenta milioni di dollari l'anno in questo settore. Tra le cause della fortuna dei cibi transgenici ci sono i vantaggi di tipo commerciale: il "super mais" può dare fino a tre raccolti l'anno, le coltivazioni di riso modificato fanno risparmiare in media 100.000 lire l'ettaro. In Europa, Italia e Francia sono in testa nei programmi di ricerca sulla manipolazione genetica degli alimenti. Insieme i due paesi coprono il 50% delle sperimentazioni totali. Nel nostro paese, dal 1990 sono state avviate 210 esperimenti su colture transgeniche e sono 16 le piante su cui è stata autorizzata la sperimentazione. Tra queste ci sono anche molti ingredienti della classica cucina mediterranea come zucchine, melanzane e olive.

L’Italia, pressata da “strani politici”, ha poi sospeso la sperimentazione, le altre nazioni l’hanno continuata, solo noi siamo rimasti indietro!!!

La produzione dei prodotti transgenici ha vissuto tre fasi: la prima é servita a preparare piante più resistenti agli erbicidi e agli insetti, la seconda dovrebbe potenziare la produzione, la terza dovrebbe servire ad aumentare le resistenze ai batteri e virus.

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