COSA PENSANO “I GRANDI” DELLE COLTURE TRANSGENICHE (OGM)?

La Cina promuove agricoltura transgenica:  11/07/2008 ore 08:19 (comunicato televisivo)

Il governo cinese ha approvato un programma per lo sviluppo delle specie transgeniche con l'obiettivo di "incrementare l'agricoltura sostenibile, promuovere l'innovazione tecnologica, migliorare il livello di vita nelle aree rurali e la competitività del comparto agricolo a livello mondiale". Già oggi in Cina il cotone transgenico è molto diffuso così come le patate geneticamente modificate. Per il riso, è in corso la sperimentazione nelle province dello Hubei e dello Hunan:i benefici "sono ancora sconosciuti".

QUANDO E’ INIZIATA “LA BAGARRE” SUGLI ORGANISMI TRANSGENICI?

E' il 1976 quando viene quotata in borsa, la prima azienda biotecnologica.

Si tratta della Genetech, una piccola società californiana. Qualche anno dopo, nel 1982, si realizza il primo esperimento di manipolazione del Dna di una pianta per ottenere prodotti più rigogliosi, più resistenti e meglio conservabili. In pochi anni da esperimento di laboratorio l'ingegneria genetica diventa business globale: il fatturato mondiale del mercato degli alimenti transgenici è di 800 milioni di dollari nel '94, 1416 miliardi di lire.
Nel duemila arriverà a 16 mila miliardi di lire, e nel 2005 probabilmente sarà di 57 mila miliardi di lire. La scelta di applicare le biotecnologie all'agricoltura si diffonde a macchia d'olio, a partire da alcuni paesi che sono i leader nel settore. In primo luogo gli Stati Uniti, a cui appartengono, oggi, il 70% delle colture mondiali, e poi l'Argentina e l'Australia. Nel Dicembre 1996 le superfici coltivate con piante manipolate geneticamente erano 2,8 milioni di ettari, nel 1998 30 milioni e per il 2000 si dovrebbero raggiungere i 60 milioni di ettari. L'alimento di cui esistono più colture è il mais-transgenico.
Ma qual è il paese che ha sperimentato il maggior numero di coltivazioni transgeniche? La Cina, impegnata nella ricerca in questo campo dal 1986: il suo governo spende trenta milioni di dollari l'anno in questo settore. Tra le cause della fortuna dei cibi transgenici ci sono i vantaggi di tipo commerciale: il "super mais" può dare fino a tre raccolti l'anno, le coltivazioni di riso modificato fanno risparmiare in media 100.000 lire l'ettaro. In Europa, Italia e Francia sono in testa nei programmi di ricerca sulla manipolazione genetica degli alimenti. Insieme i due paesi coprono il 50% delle sperimentazioni totali. Nel nostro paese, dal 1990 sono state avviate 210 esperimenti su colture transgeniche e sono 16 le piante su cui è stata autorizzata la sperimentazione. Tra queste ci sono anche molti ingredienti della classica cucina mediterranea come zucchine, melanzane e olive.

L’Italia, pressata da “strani politici”, ha poi sospeso la sperimentazione, le altre nazioni l’hanno continuata, solo noi siamo rimasti indietro!!!

La produzione dei prodotti transgenici ha vissuto tre fasi: la prima é servita a preparare piante più resistenti agli erbicidi e agli insetti, la seconda dovrebbe potenziare la produzione, la terza dovrebbe servire ad aumentare le resistenze ai batteri e virus.

Come possiamo riconoscere il cibo transgenico in un supermercato con migliaia di prodotti esposti?

Le merci che utilizzano ingredienti geneticamente modificati sono ovunque: patatine fritte, cracker, biscotti, pasticcini, barrette di cioccolato, dessert e gelati confezionati, cibi precotti, condimenti, bevande e alimenti per l'infanzia.
La maggioranza di questi alimenti confezionati utilizzano come ingrediente fondamentale la soia e i suoi derivati.
Soia e mais sono le due colture più interessate dalla rivoluzione biotecnologica e da sole coprono il 99% di tutta la produzione transgenica.

Ma chi produce queste piante geneticamente modificate?:
La Monsanto (americana) detiene il quasi monopolio nella produzione di soia transgenica.
Il suo prodotto più noto è una soia in grado di resistere a un erbicida prodotto dalla stessa società. L'
azienda svizzera Novartis, invece, ha brevettato una varietà di mais che è inattaccabile dalla piralide, un parassita che spesso minaccia i raccolti. In questo settore sono impegnati anche altri colossi della agrochimica, come la Du Pont (francese), la AgrEvo (germania) e la Zeneca (inglese), che hanno brevettato altri vegetali transgenici: dal cotone alla colza, dalle patate ai pomodori, ma anche tabacco, melone, riso, barbabietola, radicchio.

 


BIOTECH: LA FAO APRE AGLI OGM, MA CON CAUTELA

E' LA PROMESSA PER IL FUTURO, MA SI DOVRÀ VALUTARE CASO PER CASO

  

Secondo il rapporto diffuso: (Pubblicato il 17 maggio 2004)

 "E' necessario un monitoraggio costante" che consideri benefici e rischi delle singole colture transgeniche e valuti l'impatto sull'ambiente. "Cibi sicuri, ma si sa poco sugli effetti a lungo termine"

Il biotech "e' una promessa per l'agricoltura dei paesi poveri", ma sugli OGM la Fao raccomanda "una valutazione caso per caso, che prenda in considerazione benefici e rischi potenziali delle singole colture transgeniche". Secondo il rapporto diffuso oggi a Roma, inoltre, "e' necessario un monitoraggio costante", anche perchè i dati scientifici sull'impatto dell'ingegneria genetica sull'ambiente e sulla salute sono ancora sottoposti a verifiche.

Generalmente gli scienziati concordano nel riconoscere che le attuali colture transgeniche e i cibi derivati sono sicuri per l'alimentazione. Anche se si sa poco sui loro effetti di lungo termine", commenta Jacques Diouf, direttore generale della Fao. "Esiste meno consenso scientifico sull'impatto ambientale. Le preoccupazioni sulla sicurezza di ciascun prodotto transgenico, prosegue l'esperto, devono essere affrontate prima della sua distribuzione. E' poi essenziale un attento monitoraggio sugli effetti di questi prodotti dopo il loro rilascio nell'ambiente".

 

Il rapporto evidenzia la necessità di valutazioni scientifiche di biosicurezza. La Commissione congiunta Fao/Oms per il “codex alimentarius” ha stabilito i principi e le linee guida per valutare i rischi sanitari legati ai cibi derivati dalla moderna biotecnologia. Inoltre i membri della Convenzione internazionale per la protezione delle piante stanno elaborando le direttive per la valutazione dei rischi fitosanitari degli ogm. "Questi accordi - conclude la Fao - possono contribuire ad armonizzare i vari processi di regolamentazione a livello mondiale".

 

La 'ricetta' Fao prevede che il biotech integri le tecnologie agricole convenzionali, "accelerando i programmi tradizionali di miglioramento genetico e offrendo soluzioni valide laddove i metodi convenzionali falliscono". Sei paesi (Argentina, Brasile, Canada, Cina, Sud Africa e Usa), quattro colture (granturco, seme di soia, colza e cotone) e due particolari caratteristiche (resistenza agli insetti e tolleranza agli erbicidi) hanno inciso sul 99% delle aree impiegate per le coltivazioni transgeniche a livello mondiale nel 2003, spiega il rapporto.

 

Il settore privato domina la biotecnologia a livello mondiale. Le dieci maggiori compagnie transnazionali specializzate a livello mondiale spendono circa 3 miliardi di dollari l'anno per la ricerca e lo sviluppo della biotecnologia agricola. Ma nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo la ricerca biotecnologica privata e' trascurabile, conclude la Fao. Tanto che Brasile, Cina e India, che vantano i maggiori programmi pubblici di ricerca agricola fra i paesi in via di sviluppo, spendono meno di mezzo miliardo di dollari all'anno ciascuno nel settore.



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