CACCIA ALLE STREGHE MANDA AL ROGO

GLI  OGM

IL SOLE 24 ORE del 6 luglio 2014

Di ELENA CATTANEO

 

C’era il tempo in cui le donne che non rientravano negli schemi, ma nelle superstizioni della società umana, venivano chiamate “streghe”  e messe senza rimorsi al rogo. Il fuoco che tutto purifica avrebbe fatto scomparire gli impulsi ribelli e il desiderio di indipendenza di soggetti che spesso cercavano solo libertà e dignità personale. Sembrano storie lontane, ma due anni fa, in Italia, l’ultima sperimentazione scientifica di piante geneticamente migliorate è stata davvero messa al rogo. Questo per impedire che i dati, i fatti, i numeri parlassero e che le pseudo-streghe del terzo millennio, gli OGM, potessero diffondere un sapore di conoscenza e di libertà. Libertà di studiare, libertà di provare, libertà di intraprendere e di rischiare con le proprie aziende, sui propri terreni e con i propri soldi. Libertà stabilite anche dalla nostra Costituzione

Ma NON concesse in questo paese. La libertà di coltivare in Italia quegli stessi OGM che da 18 anni riempiono i sacchi dei mangimi (in gran parte provenienti dall’estero) dell’intero nostro parco zootecnico, NON E’ AMMESSA NEL NOSTRO PAESE!.

Gli accademici specialistici e gli agricoltori mi informano che gli OGM sono il pilastro principale su cui si regge la mangimistica non solo italiana ma dell’intera comunità europea. Un bovino mangia ogni giorno circa due chilogrammi di soia OGM, e così nascono i prodotti più buoni e più invidiati del “made in Italy” esportato nel mondo. Anche se le etichette preferiscono non specificarlo, in un assordante silenzio – mi pare – di tutti coloro che agli OGM si oppongono. Sui mercati globali un terzo del mais e l’85% della soia sono OGM e su questo si basa la nostra alimentazione: dallo yogurt al prosciutto, dal formaggio da grattare sulla pasta al latte del nostro capuccino. Noi questi OGM li importiamo (8 milioni di tonnellate ogni anno) e da decenni ci nutrono, indirettamente. Il risultato è che ogni anno, da decenni, la nostra bilancia agroalimentare è in rosso per miliardi di euro. Nonostante gli aiuti europei. Gli agricoltori mi informano anche che condurre “una guerra santa” contro gli OGM costa, all’economia italiana, la morte di migliaia di aziende agricole, all’anno. Nessuno più di loro è legato alla terra. Loro non possono caricarsela sulle spalle e andarsene all’estero per coltivarla. Sono l’inizio di tutto e senza di loro saremmo tutti alla fame. L’Italia vive al di sopra dei propri mezzi, spreca cervelli e innovazioni (anche con stucchevoli lamentele a proposito di cervelli che mai più tornano), imbottisce i suoi campi di pesticidi e soprattutto lega le mani degli imprenditori agricoli che vorrebbero essere competitivi sul mercato. Il tema dell’innovazione in agricoltura è fondamentale per decidere se l’economia del PAESE  va verso lo sviluppo o verso una mesta nostalgia dei tempi andati e della giovinezza perduta. Anche il Presidente del Consiglio, in un suo recente intervento in senato, ha sottolineato quanto importante sia investire in tecnologia per consentire un rilancio economico. Ma come se non la si alimenta con fatti? Le parole servono a poco, e possono anche illudere e ingannare, senza malafede.

Fa specie che sia uno scienziato a ricordarlo, ma l’articolo 41 della Costituzione riconosce il diritto di ogni cittadino a intraprendere un’attività economica e prevede che questa possa essere impedita solo quando è contraria all’utilità sociale e danneggia la “sicurezza”, la “libertà” e la “dignità umana”. E’ evidente che per censurare la libertà d’impresa servono motivazioni razionali e soprattutto “prove”, e non il semplice sospetto puramente teorico che vi siano rischi. O, meglio, si dovrebbe procedere attraverso un’approfondita analisi che porti ad una stima metodologicamente affidabile, quindi basata su dati sperimentali, di eventuali specifici rischi. Se poi si vuole sanzionare penalmente con la reclusione un agricoltore per una sua attività d’impresa, gli esperti dicono che è necessario accertare l’esistenza di una vittima, di un bene giuridico danneggiato o in pericolo, “senza ombra di dubbio”.

Non si capisce allora perché il governo ritenga di dover “punire”  indiscriminatamente, come fossero attività illegali, con multe e carcere fino a tre anni, coltivazioni OGM. Infatti, questo è ciò che dice il comma 8 dell’articolo 4 del disegno di legge n° 1541 (conversione in legge del decreto legge 91/2014 “competitività”), in discussione presso il senato. Questo comma è inserito, come norma intrusa, in un articolo che si occupa di disciplinare la produzione della mozzarella di bufala campana Dop.

Tutti i colleghi scienziati che hanno competenze internazionalmente riconosciute sul tema mi spiegano che non esistono prove che gli OGM siano più dannosi per la salute umana e l’ambiente degli analoghi prodotti derivanti da un qualunque altro tipo di agricoltura. Anzi, dimostrano che ci sono prove del contrario. Basta andare in questi giorni (luglio) a visitare un campo di mais (ne coltiviamo un milione di ettari). Stanno per iniziare i trattamenti con insetticidi a cui i nostri imprenditori agricoli sono costretti a ricorrere perché gli è impedito l’uso di quel mais OGM che non richiede l’uso di insetticidi e che non stermina passeri, rondini, lepri, coccinelle e formiche. Questa biodiversità vive indisturbata in un campo di mais OGM come quello dove, in queste notti, stanno montando la guardia alcuni agricoltori friulani per evitare che venga anch’esso messo al rogo.

Quindi, basta solo parole vuote su cervelli, scienza, modernità, prodotti dall’alto valore tecnologico aggiunto….spegniamo il cerino e accendiamo il cervello, l’Italia ha bisogno di conoscenza, lucidità, libertà e di imprenditori affidabili e coraggiosi. Ha bisogno di avere fiducia nel futuro. Almeno tanto quanto gli altri stati da cui importiamo mais e soia OGM e i cui governi e parlamenti hanno preso decisioni scientificamente sensate. Per questo sono sempre più convinta dell’idea, nata su questo giornale (il sole 24 ore), che un Senato delle competenze sia necessario, dove anche gli scienziati possano svolgere il loro ruolo di sentinella. A vantaggio di tutti i cittadini. E adesso, alla politica l’ultima parola. Purchè sia SINCERA e ONESTA.

 

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