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LA LIQUIRIZIA

    

Classificazione scientifica

Regno: Plantae  Divisione: Magnoliophyta  Classe: Magnoliopsida  Ordine: Fabales

Famiglia: Fabaceae   Sottofamiglia: Faboideae  Genere: Glycyrrhiza  Specie: G. glabra

La liquirizia (Glycyrrhiza glabra,) è un arbusto alto fino a due metri appartenente alla famiglia delle Leguminose, nonché l'estratto vegetale ottenuto dalla bollitura della sua radice.

 La pianta: Il genere Glycyrrhiza comprende 18 specie di perenni a fioritura estiva, diffuse in Eurasia, Australia e America. G. glabra, quella più usata, è originaria dell'Asia sudoccidentale e della regione mediterranea. Questa pianta è una erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo, e cresce principalmente nell'Europa meridionale in terreni calcarei e/o argillosi. La pianta sviluppa un grosso rizoma da cui si estendono stoloni e radici, lunghi due metri. Della liquirizia vengono usate le radici di piante di 3-4 anni, raccolte durante la stagione autunnale ed essiccate.

La storia: La liquirizia era una pianta importante nell'antico Egitto, in Assiria e in Cina, era già nota nell'antica medicina greca ma solo nel XV secolo è stata introdotta dai frati domenicani in Europa. Come risulta dal primo erbario cinese, in Asia la liquirizia viene utilizzata da circa 5.000 anni ed è una delle piante più importanti. I medici cinesi la prescrivono da sempre per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari.

Usi e proprietà: La liquirizia è utilizzata in erboristeria e nella medicina cinese, in cucina per la preparazione di dolci, caramelle e tisane ed infine è utilizzata come additivo per le sigarette insieme al cacao. La tradizione popolare annette alla radice di liquirizia diverse proprietà farmacologiche: attività digestiva, antinfiammatoria, antispastica, antiulcera, bechica, emolliente, leggermente lassativa, rinfrescante, espettorante, diuretica, corticostimolante ed antiflogistica. In commercio la radice può essere trovata in bastoncini da masticare, tagliuzzata per decotti e tisane, ridotta in polvere e in succo (estratto nero) come dolcificante e correttivo del sapore nell'industria farmaceutica.

Principio attivo: Il principio attivo più importante della liquirizia è la glicirrizina che le conferisce un'azione antinfiammatoria e antivirale, sostanza 50 volte più dolce del saccarosio. La moderna ricerca cerca di trarre vantaggio per nuove prospettive terapeutiche: terapia dell'ulcera, malattie reumatiche, malattie croniche del fegato, herpes e prevenzione di gravi malattie autoimmuni. Altri principi attivi: saponine triterpeniche, amido, D-glucosio, zuccheri, saccarosio, mannite, amine, gomme, cere, olio volatile, principio amaro, lignina, aminoacidi, flavonoidi (liquiritina).

Effetti ormonali: Costello e Lynn nel 1950 hanno isolato nella liquirizia un composto steroideo che armonizza la secrezione ormonale, inibendo l'eccessiva produzione di estrogeni. Ha un effetto ormonale di tipo estrogenico.

Avvertenze: La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina (cosa che può capitare assumendo caramelle alla liquirizia o lassativi ricchi di estratti di concentrati di liquirizia).

La glicirrizina, infatti, ha effetti collaterali sull'equilibrio dei sali minerali nel corpo; un abuso di liquirizia, quindi, può provocare ritenzione idrica, aumento della pressione, gonfiore al viso e alle caviglie, mal di testa e astenia. Pertanto le persone predisposte a ipertensione, ad edemi, i diabetici, le donne in gravidanza o in allattamento, devono evitare l'uso prolungato di estratti di questa pianta.

Tossicità: La liquirizia è considerata leggermente pericolosa, in modo particolare se somministrata a bambini, a persone che hanno superato i 55 anni d'età e a soggetti che ne assumono dosi maggiori di quelle consigliate e per lunghi periodi di tempo. A causa dei suoi effetti aldosterone-simili, per i quali può causare ritenzione idrica, aumento della pressione e perdita di potassio, la liquirizia non dovrebbe essere assunta a dosi superiori a 3 g/die e per più di 6 settimane. Questi effetti possono essere particolarmente gravi in soggetti che assumono digitale, con elevata pressione sanguigna, patologie cardiache, diabete e malattie renali.
Inoltre potrebbe ridurre l’effetto di farmaci anti-ipertensivi, in particolare ACE-inibitori, tiazidici, diuretici dell’ansa e diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene, amiloride). Pazienti che assumono digossina e liquirizia, a causa della capacità di quest’ultima di causare ipopotassiemia, possono andare incontro a tossicità da digitale che si può manifestare con nausea, alterazioni visive e gravi aritmie cardiache.
La liquirizia può aumentare i livelli serici di corticosteroidi ed aumentare la possibilità di reazioni avverse. In uno studio effettuato su 6 volontari sani è stato somministrato prednisolone con o senza 200 mg di glicirrizina, un costituente della liquirizia. È stato dimostrato che la glicirrizina aumenta i livelli plasmatici di prednisolone a causa di una riduzione del suo catabolismo da parte dell’organismo. Sembra inoltre che l’acido glicirretinico possegga di per sé effetti simil-corticosteroidi. Per le stesse ragioni, l’acido glicirretinico deve essere somministrato con cautela nelle donne in trattamento con contraccettivi orali, pertanto le donne che assumono contraccettivi orali dovrebbero consultare il proprio medico nel caso in cui volessero assumere anche liquirizia.

Come risulta dal primo erbario cinese, in Asia la liquirizia viene utilizzata da circa 5.000 anni ed è una delle piante più importanti. I medici cinesi la prescrivono da sempre per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari. Attualmente è ancora apprezzata per queste sue proprietà, ma viene utilizzata anche per i suoi effetti sull'equilibrio ormonale.
Il principio attivo più importante della liquirizia è la glicirrizina che le conferisce un'azione antinfiammatoria e antivirale. Azione da cui la moderna ricerca cerca di trarre vantaggio per nuove prospettive terapeutiche:terapia dell'ulcera, malattie reumatiche, malattie croniche del fegato, Herpes e prevenzione di gravi malattie autoimmuni. Della liquirizia vengono usate le radici di piante di 3-4 anni, raccolte durante la stagione autunnale ed essiccate. In commercio la radice può essere trovata in bastoncini da masticare, tagliuzzata per decotti e tisane, ridotta in polvere e in succo (estratto nero) come dolcificante e correttivo del sapore nell'industria farmaceutica.

·• Come antinfiammatorio e cicatrizzante nell'ulcera gastrica e duodenale:
lasciar sciogliere in bocca il succo nero a tronchetti o masticare il bastoncino di radice. Chi preferisce la tisana, invece, può far bollire 35gr. di radice (il taglio per tisane), 35gr. di menta in foglie e 30gr. di camomilla in fiore. Dopo che il tutto ha bollito, spegnere, coprire e filtrare dopo 15 minuti. Di questa miscela vanno bevute due tazze al giorno.

Come lassativo:
come lassativo possono essere impiegate sia la radice di liquirizia ridotta in polvere e aggiunta ad altre piante, sia la radice tagliuzzata che viene miscelata in parti uguali con malva in foglie e radice d'altea e usata per decotto.

Come antitosse:
come antitosse viene utilizzato il decotto breve che si prepara con un cucchiaio per tazza della seguente miscela: 50gr. di radice d'altea e 50gr. di radice di liquirizia.

La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina (cosa che può capitare assumendo caramelle alla liquirizia o lassativi ricchi di estratti di concentrati di liquirizia). La glicirrizina, infatti, ha effetti collaterali sull'equilibrio dei sali minerali nel corpo; un abuso di liquirizia, quindi, può provocare ritenzione idrica, aumento della pressione, gonfiore al viso e alle caviglie, mal di testa e astenia. Pertanto le persone predisposte a ipertensione, ad edemi, i diabetici, le donne in gravidanza o in allattamento, devono evitare l'uso prolungato di estratti di questa pianta. La pianta della liquirizia il cui nome significa "radice dolce", è una erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo, che può superare il metro d'altezza ed è caratterizzata da una radice verticale a cui si affiancano alcuni stoloni ad andamento quasi orizzontale.

Cresce spontanea lungo le coste dell'Europa meridionale in terreni sabbiosi, calcareo-argillosi, sempre aridi, e nelle steppe orientali.

Le radici dopo essere state estratte dal terreno nel tardo autunno del terzo anno di coltivazione, vengono sbucciate e fatte essiccare per essere messe in commercio sotto forma di bastoncini delle dimensioni di una matita o poco più. Si conservano a lungo. Dopo lunga bollitura dalle radici si ottiene un liquido scuro che è la base per produrre la liquirizia nera.

Le radici di liquirizia, poste in infusione, costituiscono un buon rimedio per la tosse, in quanto hanno proprietà emollienti; anche il mal di gola può essere combattuto masticando un pezzo di radice. Chi ha la pressione sanguigna bassa, cioè a livelli inferiori alla norma, può trarre vantaggio dal consumo di liquirizia che tende al alzare la pressione. La liquirizia esercita infine una blanda azione lassativa.

La liquirizia è utilizzata anche come aromatizzante nella preparazione di alcuni tipi di birra e di tabacco.

Molte piante contengono saponine steroidee dotate di marcata azione ormonale, come la Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), che è la più conosciuta.

Viene quindi utilizzata anche per i suoi effetti sull'equilibrio ormonale : ha un effetto ormonale di tipo estrogenico.

Il principio attivo più importante della liquirizia è la glicirrizina che le conferisce un'azione antinfiammatoria e antivirale (diminuisce la densità e aumenta la fluidità del muco dei polmoni e dei bronchi). Azione da cui la moderna ricerca cerca di trarre vantaggio per nuove prospettive terapeutiche:terapia dell'ulcera, malattie reumatiche, malattie croniche del fegato, Herpes e prevenzione di gravi malattie autoimmuni.

La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina (cosa che può capitare assumendo caramelle alla liquirizia o lassativi ricchi di estratti di concentrati di liquirizia). La glicirrizina, infatti, ha effetti collaterali sull'equilibrio dei sali minerali nel corpo; un abuso di liquirizia, quindi, può provocare ritenzione idrica, aumento della pressione, gonfiore al viso e alle caviglie, mal di testa e astenia. Pertanto le persone predisposte a ipertensione, ad edemi, i diabetici, le donne in gravidanza o in allattamento, devono evitare l'uso prolungato di estratti di questa pianta.

Avvertenza: un largo consumo di liquirizia può essere causa di ipertensione.

Non fare assumere in gravidanza, allattamento, in presenza di una malattia cardiaca, con diuretici.

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