TORNA A PRIMA PAGINA

LA PIANTA DEL CAFFÈ


La pianta del caffè si presenta come un piccolo albero sempreverde che viene classificato nella famiglia delle Rubiacee e che cresce solo nelle zone comprese fra i due Tropici.
Esistono circa 60 differenti specie , ma le più note sono indiscutibilmente la Coffea Arabica e la Coffea Robusta.
Dalla Coffea Arabica si ricavano i frutti di qualità migliore e il gusto del prodotto finito è intenso e soave.

La Coffea Robusta, qualità meno pregiata, è caratterizzata dal gusto forte e corposo e da una maggiore quantità di caffeina. La pianta del caffè cresce in terreni collinosi e ben irrigati e le piantagioni si trovano a diverse altezze dai 200 metri fino ai 2200 a seconda della specie.
La pianta necessita di molte cure in quanto è per sua natura molto delicata, e , per produrre chicchi di buona qualità, l'uomo si è sempre dovuto adoperare in tale direzione.


 

                                  

 

 

 Specie e varietà

Coffea arabica: originaria delle montagne dell’Etiopia, questa specie presenta foglie ovali, lucide, di colore verde scuro e con i margini ondulati, portate da fusti e rami esili e leggeri. In estate produce grappoli ascellari di fiori bianchi stellati e dotati di un intenso profumo, ai quali fanno seguito delle bacche scarlatte contenenti due chicchi di caffè (difficilmente avviene in appartamento). Nei luoghi di origine raggiunge i 4-6 m, mentre in vaso difficilmente supera il metro.

Coffea liberica: originaria dell’Africa occidentale, questa specie presenta foglie lucide più lunghe di quelle della specie precedente (30 cm anziché 15).

Coffea robusta: originaria dello Zaire, questa specie presenta foglie acuminate, cerose e di colore verde scuro. In estate produce fiori bianchi profumati.

Esigenze ambientali:

Temperatura: la temperatura ideale è 18-20 °C, ma in inverno tollera anche valori inferiori, purché non al di sotto dei 13 °C.
Luce: molto buona, ma al riparo dai raggi diretti del sole, al fine di evitare scottature alle foglie. In modo particolare in inverno la posizione dovrà essere molto luminosa.

LA STORIA

Oriente

Il caffè viene consumato come bevanda in Occidente da circa trecento anni, ma la scoperta delle sue doti in Oriente si perde nella leggenda.
Si racconta che un pastore yemenita abbia notato l’effetto stimolante di questa pianta, guardando le sue pecore eccitate ed irrequiete dopo aver brucato alcune bacche rosse.
Ed ancora, sembra che, intorno al 1000 d.C., il famoso medico arabo Avicenna somministrasse il caffè ai suoi pazienti come ricostituente.
Una cosa è certa però, la pianta del caffè ha origine nella regione etiopica di Kaffa, dalla quale, in seguito, si diffuse in Egitto e in Arabia.
Dalla regione di Kaffa potrebbe trarre origine la parola caffè, ma discordi sono le opinioni al riguardo. La radice etimologica di caffè può essere ricercata nella parola araba kàwek, che significa eccitante.

Europa: Il caffè fa la sua comparsa in Europa nel XVI sec. e la sua larga diffusione si fa risalire alla sconfitta delle truppe turche in assedio a Vienna nel 1683. I Turchi, ritirandosi, lasciarono grandi quantità di caffè agli Austriaci, che cominciarono così ad apprezzare il gusto di questa bevanda. E’ proprio in Austria che vengono aperte le prime caffetterie: dove oltre al caffè si servivano dolci e bevande.
Questi locali troveranno la loro massima diffusione nel XVIII sec. con i famosi Caffè di Vienna, Parigi e Venezia, diventando luoghi di delizie, ma anche di incontri e scambi, riservati all’ozio e al piacere.
Il successo di questa bevanda in Europa e il consumo in ascesa, spinsero i mercanti a trapiantare il caffè in altri paesi. Nel 1700 la pianta del caffè venne introdotta in Sud America, in particolare in Brasile, dove trovò il suo habitat ideale, tanto che questa coltivazione è diventata la principale risorsa economica del Paese. Oggi il caffè viene prodotto in tutta la fascia tropicale di Africa, America e Asia, ed il suo consumo è largamente diffuso.

 

Italia: In Italia in particolare esso ha assunto l’importanza di un rito. Con la loro creatività gli italiani sono riusciti a fare del caffè un’arte, che rispecchia uno stile di vita. L’espresso italiano, oggi, non è più solo una bevanda, ma un piacere ed un gusto ormai famosi nel mondo.

 

Gusto:Da secoli l’uomo trae piacere dal caffè, dal suo gusto pieno e dall’aroma ricco e fragrante, che producono un effetto dolcemente stimolante.
Tutti i sensi vengono coinvolti nell’ingerire una tazza di caffè: il gusto, l’olfatto, il tatto si risvegliano e si esaltano dandoci una sensazione di carica e di vitalità.
La maggior parte delle persone pensa, però, che questa proprietà del caffè sia legata esclusivamente al contenuto di caffeina, una sostanza stimolante, che agisce sul sistema nervoso con effetti negativi sulla salute, ma solo se si supera la quantità ammissibile per il nostro organismo

 

Caffeina: La caffeina è presente in natura in 60 specie diverse di piante, tra le quali il caffè, il tè e il cacao sono le più conosciute.
Una volta ingerita, questa sostanza viene assorbita dal sangue ed il nostro organismo impiega alcune ore per metabolizzarla.
Se assunta in piccole dosi produce piacevoli effetti stimolanti, aumenta le capacità di attenzione, di concentrazione e memorizzazione, migliora il tono dell’umore.
La quantità di caffeina contenuta in un caffè può variare enormemente e dipende da diversi fattori, tra i quali, ad esempio, la miscela utilizzata.
Una miscela al 100% di Coffea Arabica contiene soltanto l’1,1-1,7% di caffeina, contro il 2-4% della Coffea Robusta.

Anche la modalità di preparazione del caffè influisce sulla quantità contenuta: il caffè espresso ha il più basso contenuto di caffeina, rispetto agli altri sistemi di preparazione (caffè filtro, turco, moka ecc.) Il brevissimo tempo di estrazione che si ha con l’espresso, infatti, non consente lo scioglimento di tutta la caffeina contenuta nel chicco macinato.
Una tazzina di caffè espresso con una miscela di sola Arabica, ad esempio, ha un contenuto di caffeina inferiore a 100 mg.
Alcuni studi scientifici hanno rilevato che il consumo giornaliero compreso tra 250-600 mg. non presenta particolari effetti negativi sulla salute.

 

STORIA DEL CAFFÈ

Accanto a citazioni fatte nella Bibbia e dal sommo poeta greco Omero, ci sono leggende popolari che descrivono gli ignari consumatori delle bacche rossastre rinvigoriti e sollevati. E' del 1400 una curiosa storia che narra di un pastore yemenita il quale, osservando delle capre che avevano appena brucato delle bacche rossastre da una pianta erano diventate irrequiete ed eccitatissime. Volle riferire l'accaduto ad un monaco. Questi dopo aver bollito le bacche, ne ricavò una bevanda amara ma ricca di forza tanto da fugare sonno e stanchezza. L'Occidente scopre il Caffè verso la fine del 1600, sembra, grazie ad alcune sacchi dimenticati dai turchi in ritirata da Vienna, ma nel mondo arabo era una bevanda diffusa fino dagli anni 1000. L'uso si estese a tutto l'Islam e forse i mercanti veneziani lo introdussero in Europa ben prima della battaglia di Vienna. E proprio in occidente alla sua introduzione ebbe alterne fortune. La Chiesa lo accusò di essre la " bevanda del diavolo ", finchè Papa Clemente VIII decise di santificarne l'uso. Da allora il caffè si sparse dovunque, ed i consumatori divennero milioni sia in Europa che in America.

Il processo produttivo del caffè inizia da un arbusto della famiglia delle Rubiacee che, nelle piantagioni, raggiunge una altezza massima di due metri e mezzo ma che può arrivare ad otto-dieci metri. 
Da questa pianta, che in genere è chiamata coffea ma che comprende una cinquantina di specie, si raccoglie la Drupa, un frutto di forma simile alla ciliegia, di colore rosso e con un diametro di 15 mm. 
All’interno di questo frutto si trovano i semi, due in ogni Drupa, ricoperti da uno strato di polpa, rivestiti dal "pergamino" e da una pellicola di colore argenteo. Una volta estratti, i semi vengono lavorati e selezionati tostati, e quindi le varie qualità di caffè vengono miscelate per avere un prodotto unico che vada incontro alle esigenze a al gusto dei consumatori finali. La tostatura è il momento più intenso: nell'enorme cilindro rotante della tostatrice, ad elevate temperature, il caffè viene tostato, sotto l'insostituibile occhio del tostatore.
E' a questo punto che si conclude il processo produttivo e si può dare avvio al confezionamento. In questo passaggio bisogna impedire al caffè tostato di perdere le sue caratteristiche organolettiche e aromatiche, provvedendo ad un perfetto confezionamento che ne permetta la migliore conservazione. 
Il caffè che si beve nei bar è dunque il punto di arrivo di un lungo viaggio in cui la natura, l'esperienza e la tecnologia si legano per ottenere una perfetta miscela. 
La parola caffè deriverebbe da Qhawa, parola turca che significa vino o bevanda eccitante, a da kawa, parola araba che letteralmente significa "bevanda vegetale". 
Una antico proverbio arabo dice che il caffè va bevuto "caldo come l'inferno, nero come l'inchiostro, dolce come l'amore". 
Dal momento in cui viene macinato, il caffè perde velocemente il suo aroma. Per questo va conservato in un barattolo chiuso e posto in un luogo fresco e asciutto 
L'espresso contiene ai 60 ai 120 milligrammi di caffeina, il caffè americano ne contiene dai 97 ai 125. 
E' vero però che la caffeina è maggiormente concentrata in un tazzina di caffè lungo, quello americano o quello preparato con la napoletana, piuttosto che in un caffè espresso, in quest'ultimo non si trovano più di 80 milligrammi di caffeina contro i 150 di un caffè lungo. 
Oltre il Mediterraneo: il caffè in Italia
Nella seconda metà del secolo XVI il caffè come merce varcò i confini orientali per approdare in Europa: fu durante l'epoca dei grandi velieri che solcavano il Mediterraneo, che il caffè venne introdotto nei maggiori del nostro continente.
Come é stato già detto, il caffè fece la sua comparsa a Venezia intorno al 1570. Il merito di averlo introdotto in Italia spetta al padovano Prospero Alpino, noto botanico e medico, che ne portò alcuni sacchi dall'Oriente. I Veneziani, quindi, per primi impararono a gustare labevanda. All'inizio, comunque, il costo della bevanda era molto alto e solo i ricchi potevano permettersi il lusso di acquistarlo, poiché esso era venduto in farmacia.
Dopo l'apertura della prima "bottega del caffè" , molte altre ne vennero aperte a Venezia, tanto che il proprietario del prima "caffetteria" fu costretto, per battere la concorrenza, a pubblicare un libretto che esaltava i pregi salutari del prodotto. Siamo nel 1716 e questo "opuscoletto" può essere considerato un primo documento pubblicitario personalizzato della bottega di un caffettiere.
Nel 1763 Venezia contava ben 218 locali. In breve tempo il caffè divenne un prodotto di alto gradimento, spesso segno di amicizia e di amore: nella città di Venezia, agli inizi del Settecento, corteggiatori ed innamorati presero l'abitudine di inviare alle predilette del cuore vassoi ricolmi di cioccolata e caffè, quale devota espressione di affetto. 
Anche in Italia, come in altri paesi, l'introduzione del caffè si scontrò col parere di alcuni esponenti della Chiesa, tanto che alcuni fanatici cristiani incitarono il Papa Clemente VIII ad interdire la "bevanda del diavolo" ai fedeli. Ma il Papa, assaggiatane una tazza, non fu contrario al suo uso. Grazie all'approvazione e alla benedizione papale, il caffè moltiplicò i suoi successi.
Il caffè, apprezzato dagli uomini di cultura del Settecento, che gli diedero l'appellativo di "bevanda intellettuale", suscitò interesse, non solo per la sua caratteristica di "infuso ristoratore", ma anche per le sue qualità curative (in un volantino fatto stampare a Milano nel 1801 si documentava l'alto prestigio che alcuni medici attribuivano al caffè come medicina "tocca sana").
ritrovamenti archeologici ci permettono di affermare che l'origine della bevanda denominata caffè, di provenienza mediorientale, risale all'800 dopo Cristo.

I primi riferimenti letterari sul caffè si devono a Omero che, nel quarto canto dell'Odissea, accenna a una bevanda dalle caratteristiche particolari.
Intorno all'anno 1000 si ha una sommaria descrizione tecnica del caffè da parte del grande medico arabo Avicenna.
Il caffè è stato utilizzato in origine sulle montagne dell'Etiopia dai nomadi e dai guerrieri della tribù Galla.
Alcuni storici affermano che il caffè prende il nome dalla regione etiope di “Kaffa” che è l'habitat naturale della specie Arabica.
Il caffè ha avuto un suo primo sviluppo commerciale grazie agli Arabi che tra il 1300 e il 1400 diffondono la bevanda in tutto il mondo musulmano, come valido sostituto di bevande alcoliche che il Corano vietava. L'affermazione del caffè in Europa si deve invece a Venezia e avviene solo nel 1600.
Tra il 1600 e il 1700 si diffondono le famose Botteghe del caffè, antesignane dei moderni bar, luoghi di incontro di poeti, intellettuali e artisti del tempo, in cui si discute di politica e costume tra una tazza di caffè caldo e un dessert.
L'impero asburgico conoscerà il caffè quando, liberata Vienna dall'assedio dei Turchi nel 1683, verranno scoperti 500 sacchi di caffè nell'accampamento abbandonato.
In Italia la diffusione della bevanda diventa capillare dal 1700 in poi. In ogni città troviamo ancora oggi locali storici che si legano alla diffusione del prodotto.
Alla fine dell'Ottocento nascono le prime torrefazioni specializzate nella tostatura, fornitrici esclusive delle botteghe del caffè. I torrefattori inventano le prime miscele per dare un'impronta personale al prodotto.


Alcune date importanti

TORNA A PRIMA PAGINA