POSSIBILE TOSSICITA’ DI ALCUNI OLII ESSENZIALI
Malgrado il suo nome gradevole, che evoca aromi campestri o profumi di lusso, l’aromaterapia non dovrebbe essere impiegata in modo fantasioso. Non è un gadget per malati immaginari o veri, né tanto meno una leccornia per brave bambine. Perciò io ho sempre rifiutato di camuffarla come cura – come del resto tutta la fitoterapia – sotto la maschera ingannatrice e rassicurante di “medicina dolce”. Solo il neutro potrebbe, a rigore, essere innocuo. Ma ogni terapia dotata di qualche attività è ugualmente suscettibile di mostrarsi pericolosa in proporzione alla sua forza.
Le essenze da chetone rientrano tra le più rischiose: così l’issopo e la salvia officinale, non la salvia sclarea, in dosi a volte anche leggere, sono in grado di provocare una crisi epilettica, come pure il rosmarino e il finocchio. I primi due possono anche rendere il soggetto aggressivo, mentre i secondi lo fanno timoroso. Anche l’assenzio, l’anice, la melissa o la menta……possono portare a complicazioni nervose. La tuya è convulsivante. Difficilmente si troverebbero migliori esempi dell’evidente potere che hanno le essenze aromatiche di modificare il terreno.
Il problema è così importante che alcuni autori sono ritornati sulla questione in seguito a casi di stato convulsivo seguito da perdita di coscienza o da coma più o meno prolungato. L’analisi delle essenze studiate e la sperimentazione con iniezioni intraperitoneali su topi hanno confermato la natura epilettogena di questi prodotti, non solo in dosi eccessive ma anche, come ho già avuto modo di ricordare varie volte nella medicina umana, in dosi leggere ritenute non pericolose, ma prescritte per periodi troppo lunghi. In quest’ultimo caso, le manifestazioni spariscono con la sospensione del trattamento ma, notano gli autori, i topi dell’esperimento dimagriscono e il loro pelo ingiallisce e diventa ruvido.
da JEAN VALNET – AROMATERAPIA pag. 349